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Siblings, essere fratelli di una Persona con disabilità

Siblings, essere fratelli di una Persona con disabilità

Il ruolo dei fratelli è fondamentale per intraprendere un cammino verso l’adultità. Cosa accade però se all’interno della famiglia un fratello presenta una disabilità?  

La parola siblings” indica i fratelli e le sorelle di persone con disabilità. Questo termine non è stato coniato per categorizzare e raggruppare indistintamente quanto piuttosto per dare valore a quell’unicità che contraddistingue questo legame. 

Cosa comportata viversi sorelle e fratelli?  

I fratelli in generale evolvono insieme nelle fasi del ciclo di vita della famiglia; sono quindi testimoni di ogni evento al suo interno. È questo, per i fratelli, il terreno del primo laboratorio sociale, per sperimentare le diverse relazioni che vivranno nel mondo esterno. I  fratelli rappresentano l’opportunità di comprendere i confini della famiglia, le triangolazioni nella storia familiare, le alleanze, i favoritismi che portano a disconnessioni emotive.  

Le relazioni orizzontali, ovvero quelle tra fratelli, sono determinate da quanto i genitori permettono loro di essere fratelli, senza intromissioni oppure essere coinvolti in triangolazioni o dinamiche di coppia che possono incidere sulla naturale alleanza generazionale tra fratelli. 

All’interno del ciclo familiare la nascita di un figlio, se avviene, porta ad un salto generazionale: da figli si diventa genitori ed i genitori diventeranno nonni. Così si ridefiniranno i confini della coppia, per esempio con nuove aperture verso le famiglie di origine (per esempio nel cercare supporto nell’accudimento). La nascita di un nuovo membro rappresenta quindi un passaggio delicato nella vita familiare ed una diagnosi, pre o post natale, può generare diverse reazioni, in base alla sua gravità, e generare vissuti complessi. Nell’ascolto della coppia di genitori è fondamentale tenere a mente alcuni elementi: epoca della diagnosi, momento del ciclo vitale familiare, età dei genitori, esperienza generativa precedente.

E quando questo lo vive un fratello, un sibling?  

Nella crescita, i fratelli rappresentano i pari con cui confrontarsi, con cui comparare le abilità che si possiedono e misurare le risorse a disposizione. Questo perchè, nella famiglia, i fratelli hanno prerogative simili e tendenzialmente gli stessi doveri e diritti. I fratelli possono essere validi alleati nei confronti con i genitori e possono essere un supporto reciproco nel cammino verso l’adultità. Ma quando un fratello presenta una disabilità? Cosa succede al fratello sano? 

I genitori in questo caso rappresentano il faro che indica loro come comportarsi nei confronti del fratello; può capitare però che, agli occhi del genitore, il figlio con disabilità sia percepito come più fragile e ritenuto meno autonomo, quindi bisognoso di maggiori cure e attenzioni; questo porta a vivere gli altri figli, sani, come maggiormente autonomi, “più grandi” della loro età. I siblings tendono ad essere ipervalutati dai genitori e diventano ben presto interlocutori dei genitori, che tendono a cercare appoggio in loro. 

I siblings possono quindi trovarsi a vivere diversi vissuti emotivi: 

  • cercare di gratificare il genitore, puntando all’essere estremamente performanti alla ricerca della perfezione
  • vivere con gelosia le attenzioni rivolte al fratello con disabilità, evento che porta a comportamenti disfunzionali
  • possono essere schiacciati dal peso delle responsabilità, dalla richiesta di essere una sorta di “funzione genitoriale sostitutiva”, generando un rifiuto verso il fratello con disabilità.

Ma esiste una differenza nell’approccio alla disabilità tra genitori e fratelli?

L’impatto  della disabilità sui genitori è spesso disarmante, sovverte le aspettative e le prospettive che la  coppia aveva sognato ed immaginato, costringendo i genitori a rimettere in gioco tutto. Per i fratelli però è diverso: loro crescono a contatto con quella disabilità, costruiscono loro stessi con essa, quotidianamente e con tutto quello che ne consegue. I siblings non devono quindi riadattare la loro realtà, ma devono trovare il modo di starci all’interno.

In cosa si è impegnata Più di un Sogno?  

Da cinque anni la Fondazione Più di un Sogno ha attivato un gruppo di confronto e supporto rivolto ai ragazzi a partire dai 15 anni, fratelli e sorelle di bambini e giovani con disabilità. Il progetto è nato dalla consapevolezza del ruolo peculiare e spesso complesso che questi ragazzi ricoprono all’interno del contesto familiare: coinvolti, talvolta in maniera profonda e silenziosa, nella disabilità del fratello o della sorella, ma al contempo portatori di uno sguardo orientato verso l’esterno, verso la socialità, l’autonomia e la crescita. 

La finalità principale del gruppo è quella di offrire uno spazio protetto di ascolto, espressione e rielaborazione. I siblings, infatti, si trovano frequentemente in una posizione “mediana”: da un lato, sono immersi nella quotidianità della disabilità e possono farsi carico, anche inconsapevolmente, di dinamiche familiari complesse; dall’altro, rappresentano spesso una spinta verso l’autonomia, un ponte tra il contesto familiare e quello sociale. Questo ruolo intermedio può rivelarsi fonte di fatica emotiva, poiché implica una continua mediazione tra le esigenze e le aspettative familiari ed i propri bisogni personali, a volte messi in secondo piano. 

Nel corso del 2025, grazie al contributo del Fondo di Beneficenza di Intesa Sanpaolo, all’interno del progetto A scuola di Futuro (nella sua seconda edizione dopo quella del 2023) è stato possibile ampliare e potenziare il progetto già esistente, estendendolo anche a una fascia d’età finora non considerata: i fratellini più piccoli, di età compresa tra i 5 e i 9 anni. Sono stati quindi attivati due percorsi distinti: 

  • un gruppo di confronto mensile per i siblings adolescenti e giovani adulti (15+), in continuità con quanto già avviato negli anni precedenti; 
  • un laboratorio settimanale della durata di cinque settimane per i siblings più piccoli (5–9 anni), strutturato in forma ludico-esperienziale.

L’introduzione del gruppo dedicato ai bambini ha permesso di offrire una prima forma di “bozza” di spazio di ascolto anche per i più piccoli, calibrato sulle loro possibilità di espressione e comprensione. Attraverso il gioco, le attività simboliche e la narrazione condivisa, i bambini hanno potuto iniziare un percorso di esplorazione emotiva e relazionale. Questo ha favorito la possibilità di “mettere insieme i puntini”, ovvero di dare un primo significato alle emozioni e ai vissuti spesso confusi e non verbalizzati, che derivano dal convivere con un fratello o una sorella con comportamenti e bisogni talvolta di difficile interpretazione. 

Il progetto si pone dunque l’obiettivo di promuovere un senso di appartenenza e condivisione tra pari, elemento fondamentale per contrastare il senso di solitudine che può caratterizzare l’esperienza dei siblings. 

 Guarda il video di presentazione!

Riferimenti bibliografici:  

1) La terapia familiare multigenerazionale di M. Andolfi  

2) Figli disabili di A. M. Sorrentino  

3) I gruppi di siblings adulti di A. Dondi