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“Un segreto da custodire”

“Un segreto da custodire”

Nella rubrica Storie Vere raccontiamo l’esperienza di Elena, mamma di Ester una bambina di 6 anni che da quando è entrata a far parte della sua famiglia ha cambiato il mondo! 

 

Alcune parole suonano male. Disabilità è una di queste. Perché è come un’etichetta che lascia poco spazio all’immaginazione. Per questo nessuno vorrebbe sentirselo dire. Soprattutto un genitore in attesa. 

Sono rimasta incinta quando ormai mi dicevano che era impossibile.  

Dentro di me portavo i segni degli anni d’attesa, delle incessanti ricerche, delle visite mediche, dei felici annunci e delle perdite dolorose che avevano reso me e Fabio più uniti ma anche più riservati nel tentativo di proteggere quella piccola speranza che un figlio, un giorno, diventasse vita vera.  

Avevo 41 anni ed ero incinta. Incinta di una bambina con un cromosoma in più. 

I dottori ci hanno messo davanti ad un bivio: andare avanti o portare a termine la gravidanza. Siamo tornati a casa frastornati, io ho cercato online ma dopo aver letto le prime parole rischio patologie cardiache, celiachia, leucemia ho chiuso. Di quello che si diceva non volevo sapere niente. Perché abbiamo scelto la vita e di continuare a vivere con lei.  

Abbiamo deciso di diventare genitori e di farlo custodendo quel segreto. Perché non volevamo gli sguardi compassionevoli degli altri. Volevo mi vedessero come una donna felice di diventare mamma, come ero davvero! Così abbiamo mantenuto il segreto, fino a quando Ester è nata portando scompiglio nella vita di tutti!  

Due interventi per stenosi duodenale, due mesi di terapia intensiva e un’ondata di vicinanza. Ecco cosa ha portato la sua nascita! È diventa preziosa fin da subito e dall’inizio tutti si sono premurati che ce la facesse, che stesse bene, che fosse forte! 

E noi volevamo esserlo con lei. Per questo dopo poche settimane dal suo ritorno a casa abbiamo scelto di incontrare Più di un Sogno. Mentre lei potenziava l’aggancio dello sguardo, la capacità d’attenzione, la capacità motoria e poi l’aspetto cognitivo, logico e matematico in base alle sue evoluzioni, io imparavo. Noi imparavamo perché diventare genitori è un’esperienza travolgente ma non per la trisonomia, per i nuovi equilibri e per le sfide che un bambino comporta! 

Ammetto che quando lavare i capelli o tagliare le unghie diventa un’impresa mi chiedo se è così per tutti o solo per noi che abbiamo una bambina con la sindrome di Down. Allora ne parlo e 9 volte su 10 la risposta è che perché é una bambina! Una bambina con i propri bisogni e con le proprie emozioni. 

Oggi Ester ha quasi 6 anni e ha aperto le porte della nostra casa a nuovi amici, nuovi compagni di scuola, nuovi incontri! Vive le sue esperienze e scoperte con gioia ed entusiasmo. Ama leggere libri, ascoltare musica, ballare, nuotare, correre, tenta anche di andare in bicicletta (fino a quando la fatica non si fa sentire!), adora le gite in camper, sia in montagna che al mare, purchè una volta parcheggiati possa guardarci dentro la TV! Ama avere le sue certezze, mangiare il cotechino con la pearà e non sempre accetta le sorprese soprattutto se sono pacchetti regalo! 

C’è chi dice che siamo degli eroi,  ma io non credo di essere un eroe.  

Credo invece di essere una donna, la sua mamma, e che il suo arrivo mi abbia fatto scegliere chi voglio essere davvero: una persona presente, vera, che insieme a mia figlia vive giorno per giorno, imparando da tutto ciò che accade. Perché niente è mai come sembra e ho compreso che quando segui il cuore non sbagli mai! 

 

Ti è piaciuta questa storia? Scopri le esperienze raccontate nella rubrica a partire da Anna e Alessandro!