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Nasce T-LAB: dalla Terra alla Tavola

Nasce T-LAB, dalla Terra alla Tavola: laboratorio creativo, orto e laboratorio di cucina, alla conquista di un ruolo fattivo nel rispetto delle competenze di ciascuno.

L’arte e le attività artigianali: una marcia in più per le persone con sindrome di Down e disabilità intellettive.

T-LAB, nato a maggio del 2020 in piena emergenza Covid19, si è rivelata una vera opportunità sperimentativa per poter lavorare con gruppi operativi più contenuti e, soprattutto, poter garantire un dignitoso svolgimento delle attività nel periodo estivo.

Al T-LAB partecipano attivamente 10 ragazzi, destinati ad aumentare, che presentano gradi di fragilità diversi e 5 ragazzi alle attività di cucina. L’età dei partecipanti va generalmente dai 19 anni ai 29 anni.
T-LAB si è rivelato una risorsa talmente fondamentale e importante in questo periodo di emergenza pandemica, al punto che le sue attività è ormai certo proseguiranno anche nel caso di un ritorno ad abitudini cosiddette “non emergenziali”. Il vantaggio riscontrato dalle nuove metodologie attivate con T-LAB sono ascrivibili ad una conquista fattiva e nobilitante di un ruolo dei ragazzi, nel rispetto delle competenze e possibilità reali di ognuno.
 Durante le attività laboratoriali del T-LAB infatti, la persona ha la possibilità di sviluppare le proprie capacità espressive: sperimentando e scoprendo nuove vie di comunicazione con il mondo circostante, attraverso l’arte e altre svariate occupazioni manuali. I partecipanti, oltre che raccontarsi e socializzare, hanno la possibilità di sollecitare: la manualità fine, la capacità di gestire autonomamente un compito nonché la definizione di un proprio stile che metterà in luce le aspirazioni e le potenzialità di ognuno.

Attraverso le varie lavorazioni artigianali ogni persona con disabilità ha l’opportunità di arricchire le proprie competenze sperimentando nuove tecniche, partecipando in modo attivo ad ogni fase della progettazione e realizzazione delle idee, mantenendo sollecitata l’attenzione. Le creazioni ci forniscono informazioni riguardo l’autore in quanto ognuna di esse porta con sé l’unicità di colui che l’ha realizzata; partendo dalle proprie specifiche competenze.

Le varie attività fungono da strumento per creare, ricordare e ricostruire la propria identità mai in solitudine ma collaborando con il gruppo coinvolgendosi reciprocamente, avendo la possibilità di aiutarsi fra colleghi e raggiungendo obiettivi comuni. 
Attraverso le attività del laboratorio T-LAB si può far vivere ai giovani adulti del gruppo, un’importante sensazione di soddisfazione per l’opera prodotta ottenendo quale effetto positivo un aumento dell’autostima e della propria consapevolezza di partecipazione ad un gruppo di lavoro.
 Per persone portatrici di disabilità motoria, le attività espressive proposte – in particolare quelle legate alla pittura e al disegno – stimolano e migliorano il controllo grafo-motorio, dato che vengono coinvolte in modo coordinato diverse aree muscolari del corpo, nelle persone in cui la comunicazione non verbale è preponderante ma non solo, la coordinazione tra testa e mani può liberare emozioni profonde, ciò avviene in un contesto positivo ed accogliente.

Un’ulteriore possibilità viene da orTo-lAb: Terra e Abilità

Oltre a T-LAB, in questo contesto è nato anche orTo-lAb: un progetto che coinvolge i ragazzi in attività abilitative che hanno a che fare con la terra. La terra è: l’elemento base, lo strumento principe del lavoro nell’orto, un microsistema, un contesto co-costruito in cui persone, cose, spazi, tempi sono coinvolti per organizzare azioni che hanno un senso compiuto e che sono finalizzate.
I ragazzi, giovani ortolani, non coltivano solo piante aromatiche ed ortaggi ma, fra mille contraddizioni e difficoltà, cercano di coltivare la cooperazione, attraverso l’imitazione, così che anche il meno abile possa sentirsi parte di un contesto lavorativo.
In orTo-lAb ci si adopera per coltivare la bellezza del luogo, delle cose che appartengono a tutti, delle piante e dei fiori perché proprio la bellezza fa vivere e lavorare meglio.
Nell’azione stessa del coltivare avviene un capovolgimento di ottica nei confronti della persona con disabilità: da oggetto di cura perpetua, essa assume il ruolo di persona capace di prendersi cura di qualcosa che ha una sua vita. 
Il percorso verso la competenza parte dall’acquisizione di alcune abilità (saper usare attrezzi del mestiere, saper adeguare la forza nelle proprie azioni, saper organizzare lo spazio, maneggiare le piantine, sapersi spostare con strategie adeguate, saper realizzare una catena di azioni finalizzate alla gestione della quotidianità – ad es. sapere perché è utile innaffiare e farlo in un certo modo) per arrivare alla consapevolezza che le azioni sono finalizzate all’interno di un processo più ampio.
Infine, ma non meno importante, lavorare a cielo aperto insegna a:

  • riprogettare e riadattare il proprio lavoro in relazione alle richieste della natura, ad affidarsi al tempo e agli agenti atmosferici;
  • allena alla flessibilità;
  • porta ad abbandonarsi all’impossibilità di controllare ogni cosa;
  • insegna ad affrontare la quotidianità nella sua imprevedibilità e, quando necessario, anche a ricominciare.

Nel laboratorio di cucina con i ragazzi di Fondazione Più di un Sogno

Una breve premessa la merita il progetto Valemour Good Food. Oggi, Good Food è in fase di start-up e impiega sei giovani, una cuoca e un’educatrice nel nuovo laboratorio cucina sito a Zevio (VR).

Con T-LAB si è avviato anche un interessante laboratorio di talenti in cucina, dove vengono insegnati ai ragazzi di Fondazione Più di un Sogno i metodi e le ricette e predisposto un luogo dove poter imparare un mestiere.
Nel laboratorio di cucina i ragazzi collaborano con entusiasmo in un ambiente in grado di favorire la loro creatività, garantire la serenità e lo sviluppo di autonomie e competenze.

Good Food è un progetto di food delivery dedicato alle imprese e ai privati che consente di ordinare e ricevere il pranzo da consumare sul luogo di lavoro o a casa. In cucina i ragazzi di Fondazione Più di un Sogno, provetti assistenti degli Chef che gestiscono la cucina.

Il progetto nasce nel 2019 dall’incontro con un’azienda con la quale si sperimenta per la prima volta una convezione ex art.14 per l’inserimento lavorativo di giovani con disabilità intellettiva fornendo un servizio di ristorazione aziendale.

Per saperne di più, potete approfondire QUI.

 

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Alcuni video per assaporare tutte le attività e gli aspetti di T-LAB: